RecIt. Pôle de Recherche sur l'ltalianité/Polo di Ricerca sull'Italianità.

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Negli ultimi decenni, le scienze sociali hanno messo in evidenza come il concetto di ‘cultura’ non possa più coincidere con un sistema chiuso dentro i confini etnici, geografici, politici di una singola nazione. Quest’idea suggerisce di osservare l’immaginario legato a un popolo (alla sua storia e civiltà, alla sua lingua e letteratura, al suo territorio e a suoi costumi) senza restare vincolati a una dimensione nazionale o, peggio, locale.
Il Polo di ricerca istituito presso l’Università di Losanna adotta questa prospettiva, rivolgendola verso il concetto di ‘italianità’.  La parola non andrà legata necessariamente a una specifica entità politica, geografica o linguistica, ma va intesa come nodo e incrocio di esperienze: per esempio quelle di chi osserva il Paese da fuori, come le comunità italofone all’estero o altri attori provenienti da un contesto diverso; e quelle di chi, dall’interno, trasmette l’immagine dell’Italia nei suoi vari aspetti. Questa dinamica non si esaurisce nella categoria di ‘cultura italiana’; per questo parliamo piuttosto di ‘italianità’, come oggetto di rappresentazione e di narrazione nell’ambito dell’immaginario contemporaneo.

Responsabili: Niccolò Scaffai (niccolo.scaffai@unil.ch), Nelly Valsangiacomo (nelly.valsangiacomo@unil.ch)

Ultimi eventi

Ciclo di conferenze telematiche "L'italianità ai margini” 

La serie di incontri di RecIt intitolata L'italianità ai margini è a cura di Gabriele Paleari (Nottingham Trent University). Il ciclo mira ad aumentare la consapevolezza dell'esistenza di culture letterarie “italiane” contemporanee nel Grigioni italiano e in Istria.

dicembre 2020

 

9 dicembre, ore 18.30: Chiesa di nessuno: storie istriane sul filo del rasoio di un confine conteso.

Incontro con Roberta Dubac, in dialogo con Gabriele Paleari.

 

dubac.jpgNata a Capodistria nel 1974 e cresciuta a ridosso del confine tra Croazia e Slovenia, Dubac ha frequentato l’Università del Litorale di Capodistria prima di laurearsi in lettere all’Università Cattolica di Milano. Ha lavorato presso l’Assessorato alla cultura della Regione Istriana ed è stata collaboratrice del Museo Civico di Umago. Nel 2004 è diventata membro del gruppo filodrammatico della Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago.

 

Dubac è autrice di racconti e pièce teatrali. Nel 2011 ha ottenuto un riconoscimento dal quotidiano “Il Piccolo” di Trieste al Concorso letterario Città di Trieste-Scrittura Femminile per il racconto Il Fondale dell’Universo, pubblicato nel volume Chiesa di nessuno (2012). Nel 2019 ha ottenuto il primo premio nella categoria Teatro al Concorso d’Arte e Cultura “Istria Nobilissima” con il testo Il vangelo del nemico. Dal 2013 Roberta Dubac vive in Lombardia, dove lavora come insegnante e collabora con la Scuola di teatro “Viandanti Teatranti” di Busto Arsizio.

Scarica la locandina.

Video dell'incontro con Roberta Dubac:

 

2 dicembre, ore 18.30: Storie, streghe e confini nella letteratura grigionitaliana di Gerry Mottis.

Incontro con l’autore, in dialogo con Gabriele Paleari.

 

cover-mottis-gce-1.jpg Dopo gli studi in letteratura italiana a Friburgo, Mottis ha intrapreso la carriera di insegnante e di consulente radiofonico. Ha pubblicato  numerose opere di poesia, pièce teatrali, racconti e romanzi. Al centro delle opere di Mottis, spesso ambientate nel Grigioni italiano,  sono da un lato le vicende legate al confine, come barriera insormontabile e luogo di salvezza; dall’altro le storie di discriminazione  razziale (in Fratelli Neri) e di genere (nel romanzo storico Terra bruciata).

 

Tra le sue opere in prosa si ricordano: Hexensabbat im Misox, Wangen, Antium Verlag KLG, 2020; Terra bruciata. Le streghe, il boia e il diavolo. Mendrisio, Gabriele Capelli Editore, 2017; Fratelli neri, Locarno, Armando Dadò Editore, 2015; Oltre il confine e altri racconti,  Pro Grigioni italiano, 2010; Il boia e l’arcobaleno, racconti surreali, Balerna, Edizioni Ulivo, 2006.

 

 

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Video dell'incontro con Gerry Mottis:

 

giugno 2020


Gli incontri si propongono di far conoscere le opere degli scrittori grigionesi Massimo Lardi e Gerry Mottis e degli istriani Aljoša Curavić e Roberta Dubac. 

Tra i temi che verranno affrontati dall’autrice e dagli autori, i quali parleranno delle loro ultime opere, ci sono lo sradicamento e il radicamento, la memoria dei luoghi, il contrabbando, i confini geografici, politici e psicologici e il diverso senso dell’italianità e di appartenenza alla cultura italiana.

Presentazione del ciclo sulla RSI: https://www.rsi.ch/play/radio/diderot---le-voci-dellattualita-/audio/le-culture-letterarie-italiane?id=13098918

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2 giugno, 17h00Storia, cultura e contrabbandi nella letteratura grigionitaliana di Massimo Lardi. Incontro con l’autore.

 

grigioni.jpgLo scrittore valposchiavino Massimo Lardi, che è nato nel 1936, fa parte di quel numero ristretto di scrittori contemporanei del Grigioni italiano che sono riusciti a pubblicare opere di narrativa. Pur dichiarandosi vicino alla cultura ‘italiana’ si sente profondamente svizzero. Non solo. A differenza di altri letterati del Grigioni italiano che vivono nella Svizzera tedesca o romanda i quali, come scrive Jacqueline Samperi-Mangan (1999: 51), sono generalmente orientati verso la letteratura europea piuttosto che quella italiana, Lardi è ben radicato nel Grigioni italiano. Le sue opere paiono riflettere l’attaccamento al territorio grigionitaliano. Allo stesso tempo riflettono la diversità culturale tipica della Svizzera. Lardi, che si è addottorato a Zurigo, ha vissuto e insegnato a Coira prima di tornare nella nativa Valposchiavo e intraprendere l’attività di scrittore. Per sua stessa ammissione si rifà oltre che agli autori italiani, a quelli tedeschi, russi e spagnoli, sebbene si senta soggettivamente più vicino alla letteratura italiana per via della sua formazione accademica (in Paleari 2018). Tra il 2001 e il 2015 Lardi ha pubblicato numerose opere di narrativa, i cui temi spaziano dalla narrativa per l’infanzia alla storia dall’emigrazione grigione in Italia, dal contrabbando di idee e di libri a quello di sigarette. Se Dante riuscì nell’impresa di riveder le stelle, Lardi conduce lettrici e lettori alla scoperta della cultura e dei paesaggi che contraddistinguono la sua valle natia, dopo aver attraversato ripetutamente confini fisici e metafisici a cavallo tra Svizzera e Italia.

Ecco le sue principali pubblicazioni. 2015: Celestina e l’uccellino della verità. Poschiavo: Menghini. 2012: Acque albule. Poschiavo: Dino e Fausto Isepponi. 2011: Baron de Bassus und die Illuminaten. Poschiavo: L’ora d’oro. 2009: Il Barone de Bassus. Poschiavo: L’ora d’oro. 2008: Export Zwei: eine Schmuggler-Geschichte aus dem Puschlav. Zürich: Theodor Schmid Verlag. 2002: Dal Bernina al Naviglio. Locarno: PGI-Dadò.

 

9 giugno, 17h00Sindromi da frontiera nella letteratura istriana di Aljoša Curavić. Incontro con l’autore.

 

leone.jpgAljoša Curavić è nato a Umag/Umago nel 1960 in quella che era allora la Zona B del Territorio Libero di Trieste. Curavić, che vive a Koper/Capodistria, è caporedattore di Radio Capodistria. Curavić, che si definisce istro-dalmata di nazionalità italiana, essendo figlio di madre italiana e padre croato ma residente in Slovenia, ha un rapporto di appartenenza alla cultura italiana che si rifà esplicitamente alla letteratura triestina del XX secolo e che trae ispirazione da “un’ibridità culturale che contempla la differenza” (Bhabha 1994: 5). Curavić, che si è laureato in lettere a Firenze, scrive i suoi romanzi e le sue poesie in italiano per scelta e con ciò contribuisce ad alimentare la vitalità delle culture italiane indigene in Istria. Ha, poi, affermato di sentirsi profondamente legato sia a Firenze sia alla tradizione letteraria triestina del primo ‘900, che si contraddistingueva per i temi connessi alla perdita di identità e alla psicanalisi. L’attaccamento di Curavić alle radici istriane, la sua formazione a Firenze e la tradizione letteraria di Trieste emergono dalla lettura del romanzo Sindrome da frontiera. I ricordi di uno sconosciuto. Quella di Curavić è una letteratura di confini politici, identitari e psicologici, che ben rappresenta le complessità di una terra, come l’Istria, contesa e divisa, ma proprio per questo ricca di spunti e di peculiarità. Le opere di Curavić sono particolarmente interessanti perché dimostrano che certe aree geografiche, che sono considerate periferiche rispetto alla concezione spaziale (Shields 1991: 3) della cultura ‘italiana’, poiché situate oltre i confini della Repubblica italiana, sono in realtà, nonostante la loro collocazione geo-politica, centri culturali degni di nota.

Ecco le sue principali pubblicazioni. 2019: Una vita in secca. Sestri Levante: Oltre edizioni. 2013: Istriagog. Nardò: Besa Editore-Salento Books. 2008: A occhi spenti. Rijeka/Fiume: EDIT. 2003: Silenziario (2003). Rijeka/Fiume: EDIT. 2003: Sindrome da frontiera. I ricordi di uno sconosciuto. Firenze: L’autore libri.

Video dell'incontro con Aljoša Curavić:

Conferenza telematica di Gabriele Paleari: Italianità ai margini dell'Italia. Uno sguardo etnografico

Martedì 12 maggio 2020, 17h00

Gabriele Paleari ci conduce, attraverso uno sguardo etnografico, a osservare le culture autoctone «italiane» dei paesi limitrofi all’Italia. Etnografo e insegnante alla Nottingham Trent University, in Inghilterra, Gabriele Paleari è autore del saggio AlterItà. saggio sulle culture ‘italiane’ indigene di Istria, Dalmazia, Bocche di cattaro e Grigioni italiano: vitalità, fragilità e legami (Isepponi, Poschiavo, 2018), che riguarda le culture di mare dell'Adriatico orientale e quelle di montagna del Grigioni italiano. Cura inoltre una rubrica settimanale alla Radio svizzera di lingua italiana (RsI), "Curiosità British".

Video della conferenza

Pubblicazioni

 

À l'italienne. Narrazioni dell’italianità dagli anni Ottanta a oggi

 

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Il volume ha per oggetto l’“italianità” presente nell'immaginario contemporaneo, considerata sotto diverse forme (letterarie, visuali, materiali), in vari ambiti culturali (dalla lingua al design, dal cinema alla fotografia) e attraverso complesse dinamiche storico-sociali (l’emigrazione, lo sviluppo delle comunità italofone all'estero, il rapporto tra l’Italia e la Svizzera italiana). L’italianità, che non si esaurisce nella categoria di “cultura italiana”, è infatti un’idea plurale, risultato di un incrocio di esperienze: quelle di chi osserva il paese da fuori e quelle di chi, dall'interno, trasmette l’immagine dell’Italia nei suoi molteplici aspetti. Il sovrapporsi di queste prospettive genera una narrazione, non solo letteraria né esclusivamente verbale, cioè una costruzione di scenari e un’attribuzione di ruoli basati tanto sulla tradizione quanto sull'innovazione, tanto sullo stereotipo quanto sul suo rovescio. Da chi vengono prodotte tali narrazioni? In che forme sono trasmesse? I saggi che compongono il volume cercano di dare risposta a queste domande, indagando i significati e le espressioni delle diverse possibili italianità a partire dai mutamenti avvenuti dagli anni Ottanta. Durante i cosiddetti “anni del riflusso”, infatti, la società italiana ha conosciuto notevoli cambiamenti, in sintonia con le trasformazioni avvenute in tutte le altre società occidentali; nello stesso periodo, si sono modificati ed evoluti anche i canali e le strategie attraverso cui l’italianità si è diffusa nel mondo.

ISBN: 9788843089611

Link al sito dell'editore

 

Conferenza telematica su Leonardo Zanier

 

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Giovedì 23 aprile, dalle 14.15 alle 15.45, in occasione dell'uscita del libro di Paolo Barcella e Valerio Furneri, Una vita migrante. Leonardo Zanier, sindacalista e poeta (1935-2017), Carocci, Roma 2020, P. Barcella interviene nel ciclo Lavoro, migrazioni e militanza politica nell’Italia contemporanea, coordinato da Stefano Gallo presso l'Università di Pisa, con un seminario online aperto al pubblico dal titolo Leonardo Zanier: sindacalista e animatore politico culturale nella Svizzera del secondo dopoguerra.

Tutte le informazioni sono contenute al link: https://www.unipi.it/index.php/unipieventi/event/5145-leonardo-zanier-sindacalista-e-animatore-politico-culturale-nella-svizzera-del-secondo-dopoguerra

 

Assemblea del Forum per l’italiano in Svizzera

 

suisse italien.pngLosanna, 30 novembre 2019

 

link

 

programma

 

 

 

 

Convegno "Ambienti e comunità. Ripensare l'Olivetti oggi"

 

negozio oliv.jpgUnil, 14-16 novembre 2019

 

a cura di F. Diaco, K. Imesch, S. Matt, S. Minotti

 

link

 

programma

 

 

Intervista di Giordano Meacci a Niccolò Scaffai

Rai Radio 3, 27 ottobre 2019

link

 

Italianità: Rappresentazione e narrazione nell’immaginario contemporaneo


immagine italianità piccola.jpgPresentazione del volume A l'italienne giovedì 14 marzo 2019, ore 18.30, presso la Biblioteca cantonale di Bellinzona.

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Ciclo di Conferenze sull’Italianità in Svizzera : 8 maggio, 22 maggio 2018.

Segnalazioni

Calendario di proiezioni di Non ho l'età, documentario di Olmo Cerri sull'emigrazione italiana in Svizzera e il mito di Gigliola Cinquetti (Link).

 

Renata Ada-Ruata, autrice presente nella nostra banca dati, e che abbiamo avuto il piacere di ascoltare durante il convegno dello scorso anno, ha vinto il Premio letterario "Salviamo la Montagna" (Premio letterario internazionale Andrea Testore - Plinio Martini), con il racconto "Oltre il confine", che proponiamo nel nostro sito, con il consenso dell'autrice.

 

Archivi del Novecento. Dieci autori letti attraverso le teche RSI, 28/02/2018, Lugano, 18h00 - 19h30, con Nelly Valsangiacomo e Bruno Gambrarotta

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