RecIt. Pôle de recherche sur l'ltalianité / Polo di Ricerca sull'Italianità

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Presentazione

Negli ultimi decenni, le scienze sociali hanno messo in evidenza come il concetto di ‘cultura’ non possa più coincidere con un sistema chiuso dentro i confini etnici, geografici, politici di una singola nazione. Quest’idea suggerisce di osservare l’immaginario legato a un popolo (alla sua storia e civiltà, alla sua lingua e letteratura, al suo territorio e a suoi costumi) senza restare vincolati a una dimensione nazionale o, peggio, locale.

Il Polo di ricerca istituito presso l’Università di Losanna adotta questa prospettiva, rivolgendola verso il concetto di ‘italianità’. La parola non andrà legata necessariamente a una specifica entità politica, geografica o linguistica, ma va intesa come nodo e incrocio di esperienze: per esempio quelle di chi osserva il Paese da fuori, come le comunità italofone all’estero o altri attori provenienti da un contesto diverso; e quelle di chi, dall’interno, trasmette l’immagine dell’Italia nei suoi vari aspetti. Questa dinamica non si esaurisce nella categoria di ‘cultura italiana’; per questo parliamo piuttosto di ‘italianità’, come oggetto di rappresentazione e di narrazione nell’ambito dell’immaginario contemporaneo.

Pubblicazioni

Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche

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Qu’est-ce que l’italianité en Suisse?

Une longue frontière entre la Suisse et l’Italie, la présence d’une communauté suisse italophone, l’arrivée en Suisse depuis le XIXe siècle d’une importante immigration en provenance des régions italiennes: cette triple dimension conduit à s’interroger sur l’italianité sur le sol suisse, entendue comme un imaginaire lié à un peuple, à son histoire et à sa civilisation, à sa langue, sa littérature et ses coutumes.

Coédité par Nelly Valsangiacomo (Section d’histoire, Centre des sciences historiques de la culture), cet ouvrage collectif propose une première vue d’ensemble qui prend en compte l’articulation entre la présence italienne en Suisse et la Suisse italienne au travers de thèmes encore peu connus.

La politique linguistique, les expressions culturelles, le sentiment d’appartenance, les réalités multiples du monde associatif, les stratifications migratoires sont également étudiés dans le but de rappeler que les phénomènes identitaires sont complexes et que l’appartenance est multiple et à géométrie variable.

Rosita Fibbi, Marco Marcacci, Nelly Valsangiacomo (a cura di), Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche, Locarno, Dadò, 2023.

À l'italienne. Narrazioni dell’italianità dagli anni Ottanta a oggi

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Il volume ha per oggetto l’“italianità” presente nell'immaginario contemporaneo, considerata sotto diverse forme (letterarie, visuali, materiali), in vari ambiti culturali (dalla lingua al design, dal cinema alla fotografia) e attraverso complesse dinamiche storico-sociali (l’emigrazione, lo sviluppo delle comunità italofone all'estero, il rapporto tra l’Italia e la Svizzera italiana). L’italianità, che non si esaurisce nella categoria di “cultura italiana”, è infatti un’idea plurale, risultato di un incrocio di esperienze: quelle di chi osserva il paese da fuori e quelle di chi, dall'interno, trasmette l’immagine dell’Italia nei suoi molteplici aspetti. Il sovrapporsi di queste prospettive genera una narrazione, non solo letteraria né esclusivamente verbale, cioè una costruzione di scenari e un’attribuzione di ruoli basati tanto sulla tradizione quanto sull'innovazione, tanto sullo stereotipo quanto sul suo rovescio. Da chi vengono prodotte tali narrazioni? In che forme sono trasmesse? I saggi che compongono il volume cercano di dare risposta a queste domande, indagando i significati e le espressioni delle diverse possibili italianità a partire dai mutamenti avvenuti dagli anni Ottanta. Durante i cosiddetti “anni del riflusso”, infatti, la società italiana ha conosciuto notevoli cambiamenti, in sintonia con le trasformazioni avvenute in tutte le altre società occidentali; nello stesso periodo, si sono modificati ed evoluti anche i canali e le strategie attraverso cui l’italianità si è diffusa nel mondo.

ISBN: 9788843089611
Link al sito dell'editore

Conferenza telematica su Leonardo Zanier, Una vita migrante

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Giovedì 23 aprile, dalle 14.15 alle 15.45, in occasione dell'uscita del libro di Paolo Barcella e Valerio Furneri, Una vita migrante. Leonardo Zanier, sindacalista e poeta (1935-2017), Carocci, Roma 2020, P. Barcella interviene nel ciclo Lavoro, migrazioni e militanza politica nell’Italia contemporanea, coordinato da Stefano Gallo presso l'Università di Pisa, con un seminario online aperto al pubblico dal titolo Leonardo Zanier: sindacalista e animatore politico culturale nella Svizzera del secondo dopoguerra.

Tutte le informazioni sono contenute

Assemblea del Forum per l’italiano in Svizzera

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Losanna, 30 novembre 2019
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programma (PDF)

Convegno "Ambienti e comunità. Ripensare l'Olivetti oggi"

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UNIL, 14-16 novembre 2019
a cura di F. Diaco, K. Imesch, S. Matt, S. Minotti
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programma (PDF)

Intervista di Giordano Meacci a Niccolò Scaffai

Rai Radio 3, 27 ottobre 2019
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Italianità: Rappresentazione e narrazione nell’immaginario contemporaneo

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Presentazione del volume A l'italienne giovedì 14 marzo 2019, ore 18.30, presso la Biblioteca cantonale di Bellinzona.
Scarica la locandina (PDF)
Scarica l'invito (PDF)

Ciclo di Conferenze sull’Italianità in Svizzera

8 maggio, 22 maggio 2018
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Attualità

Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche

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Qu’est-ce que l’italianité en Suisse?

Une longue frontière entre la Suisse et l’Italie, la présence d’une communauté suisse italophone, l’arrivée en Suisse depuis le XIXe siècle d’une importante immigration en provenance des régions italiennes: cette triple dimension conduit à s’interroger sur l’italianité sur le sol suisse, entendue comme un imaginaire lié à un peuple, à son histoire et à sa civilisation, à sa langue, sa littérature et ses coutumes.

Coédité par Nelly Valsangiacomo (Section d’histoire, Centre des sciences historiques de la culture), cet ouvrage collectif propose une première vue d’ensemble qui prend en compte l’articulation entre la présence italienne en Suisse et la Suisse italienne au travers de thèmes encore peu connus.

La politique linguistique, les expressions culturelles, le sentiment d’appartenance, les réalités multiples du monde associatif, les stratifications migratoires sont également étudiés dans le but de rappeler que les phénomènes identitaires sont complexes et que l’appartenance est multiple et à géométrie variable.

Rosita Fibbi, Marco Marcacci, Nelly Valsangiacomo (a cura di), Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche, Locarno, Dadò, 2023.

Festival d'autore

Archivi del Novecento

 

Archivio eventi ed attività

Ciclo di conferenze telematiche "L'italianità ai margini"

La serie di incontri di RecIt intitolata L'italianità ai margini è a cura di Gabriele Paleari (Nottingham Trent University). Il ciclo mira ad aumentare la consapevolezza dell'esistenza di culture letterarie “italiane” contemporanee nel Grigioni italiano e in Istria.

9 dicembre 2020
Chiesa di nessuno: storie istriane sul filo del rasoio di un confine conteso

Incontro con Roberta Dubac, in dialogo con Gabriele Paleari.

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Nata a Capodistria nel 1974 e cresciuta a ridosso del confine tra Croazia e Slovenia, Dubac ha frequentato l’Università del Litorale di Capodistria prima di laurearsi in lettere all’Università Cattolica di Milano. Ha lavorato presso l’Assessorato alla cultura della Regione Istriana ed è stata collaboratrice del Museo Civico di Umago. Nel 2004 è diventata membro del gruppo filodrammatico della Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago.

Dubac è autrice di racconti e pièce teatrali. Nel 2011 ha ottenuto un riconoscimento dal quotidiano “Il Piccolo” di Trieste al Concorso letterario Città di Trieste-Scrittura Femminile per il racconto Il Fondale dell’Universo, pubblicato nel volume Chiesa di nessuno (2012). Nel 2019 ha ottenuto il primo premio nella categoria Teatro al Concorso d’Arte e Cultura “Istria Nobilissima” con il testo Il vangelo del nemico. Dal 2013 Roberta Dubac vive in Lombardia, dove lavora come insegnante e collabora con la Scuola di teatro “Viandanti Teatranti” di Busto Arsizio.

Video dell'incontro con Roberta Dubac

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2 dicembre 2020
Storie, streghe e confini nella letteratura grigionitaliana di Gerry Mottis

Incontro con l’autore, in dialogo con Gabriele Paleari.

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Dopo gli studi in letteratura italiana a Friburgo, Mottis ha intrapreso la carriera di insegnante e di consulente radiofonico. Ha pubblicato numerose opere di poesia, pièce teatrali, racconti e romanzi. Al centro delle opere di Mottis, spesso ambientate nel Grigioni italiano, sono da un lato le vicende legate al confine, come barriera insormontabile e luogo di salvezza; dall’altro le storie di discriminazione razziale (in Fratelli Neri) e di genere (nel romanzo storico Terra bruciata).

Tra le sue opere in prosa si ricordano: Hexensabbat im Misox, Wangen, Antium Verlag KLG, 2020; Terra bruciata. Le streghe, il boia e il diavolo. Mendrisio, Gabriele Capelli Editore, 2017; Fratelli neri, Locarno, Armando Dadò Editore, 2015; Oltre il confine e altri racconti, Pro Grigioni italiano, 2010; Il boia e l’arcobaleno, racconti surreali, Balerna, Edizioni Ulivo, 2006.

Video dell'incontro con Gerry Mottis

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Gli incontri si propongono di far conoscere le opere degli scrittori grigionesi Massimo Lardi e Gerry Mottis e degli istriani Aljoša Curavić e Roberta Dubac. 

Tra i temi che verranno affrontati dall’autrice e dagli autori, i quali parleranno delle loro ultime opere, ci sono lo sradicamento e il radicamento, la memoria dei luoghi, il contrabbando, i confini geografici, politici e psicologici e il diverso senso dell’italianità e di appartenenza alla cultura italiana.

Presentazione del ciclo sulla RSI

2 giugno 2020
Storia, cultura e contrabbandi nella letteratura grigionitaliana di Massimo Lardi

Incontro con l’autore.

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Lo scrittore valposchiavino Massimo Lardi, che è nato nel 1936, fa parte di quel numero ristretto di scrittori contemporanei del Grigioni italiano che sono riusciti a pubblicare opere di narrativa. Pur dichiarandosi vicino alla cultura ‘italiana’ si sente profondamente svizzero. Non solo. A differenza di altri letterati del Grigioni italiano che vivono nella Svizzera tedesca o romanda i quali, come scrive Jacqueline Samperi-Mangan (1999: 51), sono generalmente orientati verso la letteratura europea piuttosto che quella italiana, Lardi è ben radicato nel Grigioni italiano. Le sue opere paiono riflettere l’attaccamento al territorio grigionitaliano. Allo stesso tempo riflettono la diversità culturale tipica della Svizzera. Lardi, che si è addottorato a Zurigo, ha vissuto e insegnato a Coira prima di tornare nella nativa Valposchiavo e intraprendere l’attività di scrittore. Per sua stessa ammissione si rifà oltre che agli autori italiani, a quelli tedeschi, russi e spagnoli, sebbene si senta soggettivamente più vicino alla letteratura italiana per via della sua formazione accademica (in Paleari 2018). Tra il 2001 e il 2015 Lardi ha pubblicato numerose opere di narrativa, i cui temi spaziano dalla narrativa per l’infanzia alla storia dall’emigrazione grigione in Italia, dal contrabbando di idee e di libri a quello di sigarette. Se Dante riuscì nell’impresa di riveder le stelle, Lardi conduce lettrici e lettori alla scoperta della cultura e dei paesaggi che contraddistinguono la sua valle natia, dopo aver attraversato ripetutamente confini fisici e metafisici a cavallo tra Svizzera e Italia.

Ecco le sue principali pubblicazioni. 2015: Celestina e l’uccellino della verità. Poschiavo: Menghini. 2012: Acque albule. Poschiavo: Dino e Fausto Isepponi. 2011: Baron de Bassus und die Illuminaten. Poschiavo: L’ora d’oro. 2009: Il Barone de Bassus. Poschiavo: L’ora d’oro. 2008: Export Zwei: eine Schmuggler-Geschichte aus dem Puschlav. Zürich: Theodor Schmid Verlag. 2002: Dal Bernina al Naviglio. Locarno: PGI-Dadò.

9 giugno 2020
Sindromi da frontiera nella letteratura istriana di Aljoša Curavić

Incontro con l’autore.

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Aljoša Curavić è nato a Umag/Umago nel 1960 in quella che era allora la Zona B del Territorio Libero di Trieste. Curavić, che vive a Koper/Capodistria, è caporedattore di Radio Capodistria. Curavić, che si definisce istro-dalmata di nazionalità italiana, essendo figlio di madre italiana e padre croato ma residente in Slovenia, ha un rapporto di appartenenza alla cultura italiana che si rifà esplicitamente alla letteratura triestina del XX secolo e che trae ispirazione da “un’ibridità culturale che contempla la differenza” (Bhabha 1994: 5). Curavić, che si è laureato in lettere a Firenze, scrive i suoi romanzi e le sue poesie in italiano per scelta e con ciò contribuisce ad alimentare la vitalità delle culture italiane indigene in Istria. Ha, poi, affermato di sentirsi profondamente legato sia a Firenze sia alla tradizione letteraria triestina del primo ‘900, che si contraddistingueva per i temi connessi alla perdita di identità e alla psicanalisi. L’attaccamento di Curavić alle radici istriane, la sua formazione a Firenze e la tradizione letteraria di Trieste emergono dalla lettura del romanzo Sindrome da frontiera. I ricordi di uno sconosciuto. Quella di Curavić è una letteratura di confini politici, identitari e psicologici, che ben rappresenta le complessità di una terra, come l’Istria, contesa e divisa, ma proprio per questo ricca di spunti e di peculiarità. Le opere di Curavić sono particolarmente interessanti perché dimostrano che certe aree geografiche, che sono considerate periferiche rispetto alla concezione spaziale (Shields 1991: 3) della cultura ‘italiana’, poiché situate oltre i confini della Repubblica italiana, sono in realtà, nonostante la loro collocazione geo-politica, centri culturali degni di nota.

Ecco le sue principali pubblicazioni. 2019: Una vita in secca. Sestri Levante: Oltre edizioni. 2013: Istriagog. Nardò: Besa Editore-Salento Books. 2008: A occhi spenti. Rijeka/Fiume: EDIT. 2003: Silenziario (2003). Rijeka/Fiume: EDIT. 2003: Sindrome da frontiera. I ricordi di uno sconosciuto. Firenze: L’autore libri.

Video dell'incontro con Aljoša Curavić

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12 maggio 2020
Conferenza telematica di Gabriele Paleari: Italianità ai margini dell'Italia. Uno sguardo etnografico

Gabriele Paleari ci conduce, attraverso uno sguardo etnografico, a osservare le culture autoctone «italiane» dei paesi limitrofi all’Italia. Etnografo e insegnante alla Nottingham Trent University, in Inghilterra, Gabriele Paleari è autore del saggio AlterItà. saggio sulle culture ‘italiane’ indigene di Istria, Dalmazia, Bocche di cattaro e Grigioni italiano: vitalità, fragilità e legami (Isepponi, Poschiavo, 2018), che riguarda le culture di mare dell'Adriatico orientale e quelle di montagna del Grigioni italiano. Cura inoltre una rubrica settimanale alla Radio svizzera di lingua italiana (RsI), "Curiosità British".

Video della conferenza

Non ho l'età

Calendario di proiezioni di Non ho l'età, documentario di Olmo Cerri sull'emigrazione italiana in Svizzera e il mito di Gigliola Cinquetti.

Oltre il confine

Renata Ada-Ruata, autrice presente nella nostra banca dati, e che abbiamo avuto il piacere di ascoltare durante il convegno dello scorso anno, ha vinto il Premio letterario Salviamo la Montagna (Premio letterario internazionale Andrea Testore - Plinio Martini), con il racconto Oltre il confine, che proponiamo nel nostro sito, con il consenso dell'autrice.

Archivi del Novecento

Archivi del Novecento. Dieci autori letti attraverso le teche RSI, Lugano, 28/02/2018, 18h00 - 19h30, con Nelly Valsangiacomo e Bruno Gambrarotta.

Italia-Svizzera: La storia dal 1861 al 2011

Convegno internazionale Roma

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