I temi della lirica italiana. Problemi e metodi di studio

UNIL – 26 settembre 2019 | Programma
 

UNIL – 26 settembre 2019

Dopo la stagione del formalismo e dello strutturalismo la critica tematica ha riconquistato un posto centrale nel panorama della critica letteraria a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta: tra il 1985 e il 1989 tre importanti riviste quali «Communications», «Poétique» e «Strumenti critici» pubblicano tre numeri monografici dedicati al problema dei temi, esito di altrettanti convegni tenutisi a Parigi in quel giro d’anni (e si ricorderà il titolo emblematico dato da Pavel e Bremond al primo numero, quello di «Communications»: La fin d’un anathème). Del 1993 è poi il volume The Return of Thematic Criticism, curato da un importante studioso americano, Werner Sollors, che sancisce definitivamente la rinascita di questo approccio critico. Superata l’impasse iniziale, la critica tematica ha quindi goduto di una crescente fortuna, ancora viva oggi; tuttavia i contributi più importanti si sono orientati verso la prosa e la teoria, e si sono sviluppati in seno alla letteratura contemporanea e alla comparatistica. Ciò vale anche, e forse innanzitutto, per la critica italiana, che per di più è sempre stata e continua a essere tutto sommato poco incline alle teorizzazioni se confrontata con le altre tradizioni. Il problema maggiore non è però questo, bensì da una parte il rischio insito nei cultural studies – in cui la critica tematica si è primariamente declinata – di appiattire lo specifico del testo letterario, dall’altra il carattere spesso astratto della riflessione teorica, che ha trovato scarse applicazioni pratiche di un certo rilievo, specie in ambito poetico se si escludono rare eccezioni, in primis quella luminosa di Giovanni Pozzi. Tale situazione è senz’altro un riflesso comprensibile delle difficoltà oggettive poste dall’individuazione e dalla definizione dei temi in poesia, non solo del formalismo ancora imperante nello studio di alcune epoche o questioni. L’incontro di Losanna vorrebbe dunque raccogliere ricercatori con esperienze e approcci diversi al fine di dare, in piccolo, un nuovo impulso alla riflessione teorica a partire dallo studio di casi concreti, nella convinzione che gli strumenti analitici non debbano mai essere definiti a priori ma scelti e forgiati sugli oggetti d’analisi, e debbano rispettare la storicità di questi ultimi. Ai ricercatori invitati si è perciò domandato di ragionare sui temi da diverse prospettive, storica, teorica e pratica, al fine di provare a comprendere quale potesse essere la consapevolezza dei poeti in alcuni momenti della tradizione (in particolare il Rinascimento e il Novecento), e di conseguenza verificare se sia possibile elaborare una definizione e modelli di classificazione applicabili quantomeno a determinati segmenti della nostra storia letteraria. Per tali motivi il seminario darà ampio spazio alla discussione, nello specifico nella forma di una tavola rotonda in cui dottorandi, ricercatori e professori saranno chiamati a dialogare in base alle proprie esperienze di commentatori, studiosi di temi, teorici, etc.

Programma

Giovedì 26 settembre, Anthropole 3021

La poesia rinascimentale

9h00
La materia della lirica premoderna: tra storia e teoria
Federica Pich – University of Leeds / Alexander von Humboldt Stiftung (FU Berlin)

Generi, temi e motivi nella prassi poetica e imitativa di alcuni lirici del Cinquecento
Amelia Juri – Université de Lausanne


10h20 pausa 


La poesia contemporanea

10h40

Di cosa parla la poesia del Novecento (e come)?
Niccolò Scaffai – Université de Lausanne

«Un giorno a più livelli»: unità e molteplicità nell’opera di Sereni
Francesco Diaco – Université de Lausanne

 

12h00

Discussione e tavola rotonda

Intervengono Franco Tomasi, Università di Padova, e Uberto Motta, Université de Fribourg

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