Misure del testo. Metodi, problemi e frontiere della metrica italiana

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Idea del Convegno

Quando ci si ponga a valle degli importanti precedenti settecenteschi (da Quadrio all'Affò) e della Scuola storica (da Biadene a D'Ovidio), la ripresa degli studi di metrica nell'Italia del secondo Novecento si lega in particolare alla figura di Mario Fubini, e dopo di lui alle ricerche di Luigi Blasucci e di lì a poco di Pier Vincenzo Mengaldo; mentre da una linea parallela a questa discende la prospettiva romanza di d'Arco Silvio Avalle. Queste, all'incirca, le premesse del significativo rinnovamento cui si assiste nel periodo del secolo scorso che va dagli anni Settanta (del 1972 il volume del Mulino a cura di Renzo Cremante e Mario Pazzaglia) ai Novanta, quando in un breve giro d’anni, a sancire le acquisizioni storiche e di metodo maturate in quegli intensi decenni, escono i principali manuali di metrica italiana (Beltrami 1991, ancora oggi il più ricco, Bausi-Martelli 1993, De Rosa-Sangirardi 1996), tra i quali si distingue quello fondamentale di Aldo Menichetti (1993). Passate queste cime, alle quali si era arrivati grazie anche alla ricciardiana «Metrica» (5 numeri tra 1978 e 1990), il panorama è senz’altro mutato, e l’attenzione sistematica per il ritmo e la prosodia inoculata da Menichetti costituisce una delle premesse necessarie al volume che un decennio più tardi segnò un altro momento di svolta, La metrica dei «Fragmenta» a cura di Marco Praloran. Venivano qui raccolte e sviluppate alcune delle innovazioni originali che lo studioso, a partire dagli anni Ottanta, aveva maturato affrontando la narrativa in versi di Boiardo, e dal nuovo laboratorio petrarchesco discese un metodo articolato di indagine metrica, attento alla prosodia, alla sintassi, al rapporto di queste con le forme metriche nonché ai sistemi rimici considerati in modo non rapsodico. In questa linea si sono distinti in particolare gli studiosi padovani che avevano collaborato a quel volume e altri della stessa scuola, che si sono impegnati a calibrare gli strumenti secondo parametri non soggettivi: così da potersi poi applicare uniformemente ai testi della tradizione, dallo stesso Petrarca a Leopardi e oltre, con il vantaggio di una sostanziale comparabilità dei dati raccolti (specialmente quelli primari prosodico-ritmici). La rivista «Stilistica e metrica», fondata nel 2001, continua emblematicamente ad alimentare questo filone di ricerca, e più in generale a tenere viva l’attenzione per gli studi metrici.

L’incontro di Losanna propone una riflessione sui metodi e le prospettive attuali in questo settore della ricerca. Una linea d'indagine metterà a fuoco momenti storici particolarmente significativi che richiedono approcci solo in parte omologabili a quelli prevalenti, come il Duecento e la metrica prepetrarchesca o il Novecento. Altri interventi faranno il punto su tecniche particolari di indagine metrico-stilistica – come l’analisi prosodica o quella sintattica, o lo studio dei profili metrici dei canzonieri fra Tre e Cinquecento –, per verificarne stato di salute e prospettive di evoluzione e rinnovamento. Altri ancora tenteranno di storicizzare aspetti delle analisi metriche che vengono normalmente subordinati a paradigmi e punti di vista attuali, avanzando ipotesi su come arrivare a ricostruire la reale consapevolezza delle diverse epoche e degli autori sui fatti metrici, sintattici e strutturali. Alcune indagini classiche su singole forme metriche (l’ottava) e autori/generi (Ariosto delle Satire, Leopardi) completeranno il quadro affrontando monograficamente la materia viva di studio.

Ai ricercatori che interverranno a Losanna si è chiesto, nell’affrontare i diversi argomenti, di considerare due possibili prospettive: una di consuntivo e bilancio degli studi, che faccia il punto in modo critico sul percorso seguito nei decenni, le acquisizioni maturate e i problemi aperti; e una di proposta critica per rilanciare i vari tipi di approccio allo studio della metrica, che risultano oggi forse relativamente limitati. Sembra infatti che nell’ultimo decennio, se da un lato il metodo metrico-stilistico “padovano” ha potuto essere applicato a diversi autori e a varie zone della tradizione letteraria – componendo così un preziosissimo patrimonio di dati in continua crescita, via via riutilizzabile da chi prosegue le ricerche in quello stesso filone d'indagine –, altri approcci ai fatti metrici si sono forse progressivamente indeboliti, allontanandosi dagli aspetti che riguardano in termini più ampi la storia letteraria, le vicende (sempre storiche e letterarie) dei generi e le strutture e le argomentazioni profonde dei testi.

A cura di Simone Albonico e Amelia Juri

Programma

lunedì 24 aprile
Mattina

Presiede Aldo Menichetti

Arnaldo Soldani, Indagini sulla prosodia del verso italiano

Maria Clotilde Camboni, Musica, ritmo, sintassi. Variazioni ritmico-sintattiche e modalità di fruizione dei testi nel Medioevo

Davide Checchi, Vocali virtuali e ritmo nel verso della lirica italiana delle origini: alcuni sondaggi

Gabriele Baldassari, Strutture dei canzonieri d’autore e metrica: da Petrarca a Bembo e Sannazaro

 

Pomeriggio

Presiede Pietro Beltrami

Ida Campeggiani, Sul ritmo delle «Satire» di Ariosto

Amelia Juri, Antichi e moderni. Riflessioni attorno a metrica e sintassi in prospettiva storica


Scuola dottorale CUSO

Laura Facini, Per uno studio metrico-sintattico delle liriche della scuola siciliana

Maria Cristina Cabani, Le lezioni inedite sull'ottava di Mario Fubini

Lino Leonardi, I saggi metrici di d’Arco Silvio Avalle

 

25 aprile
Mattina

Presiede Maria Cristina Cabani

Simone Albonico, Struttura e formanti metrici dei testi

Andrea Pelosi, «Il taglio della veste ed il genere della cosa»: letture ritmiche di alcuni canti leopardiani

Fabio Magro, Tradizioni metriche novecentesche?

Andrea Afribo, Questioni metriche postreme


Pomeriggio

Presentazione di

Ludovico Ariosto, Orlando furioso secondo l’editio princeps del 1516, a cura di Tina Matarrese e Marco Praloran, Torino, Einaudi, 2016. Interviene Maria Cristina Cabani.

Lessico critico dell'"Orlando furioso", a cura di A. Izzo, Roma, Carocci, 2017. Interviene Uberto Motta.

Coordinano Gabriele Bucchi e Alberto Roncaccia

 

 

 

 

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